Un’app calcola il rischio di infarto e ictus
Un’app calcola il rischio di ictus e infarto e aiuta a prevenirli
Lo strumento ideato da World Stroke Organization e tradotto in diverse lingue
(DIRE-Notiziario settimanale Sanita’) Roma, 1 feb. – Calcolare e ridurre il rischio di ictus e infarto attraverso l’utilizzo di una semplice “app”. Lo strumento, ideato da World Stroke Organization, tradotto in diverse lingue, e’ ora disponibile nella versione italiana grazie al supporto di Alt- Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari- Onlus (www.trombosi.org): e’ un vero e proprio “riskometro”, cioe’ uno strumento che misura il rischio di andare incontro alle due malattie vascolari piu’ probabili, piu’ gravi ma anche piu’ evitabili: infarto e ictus cerebrale. “Siamo orgogliosi di aver contribuito alla diffusione del Riskometer rendendolo accessibile anche nella versione in italiano- sottolinea il presidente di Alt – Lidia Rota Vender- perche’ anche gli studi piu’ recenti confermano che in 80 persone su 100 l’ictus e’ non solo prevedibile ma soprattutto evitabile: la ‘app’ e’ scaricabile gratuitamente e aiuta a ‘mettere in fila’ i fattori di rischio individuali, modificabili e non. Fornisce le informazioni e la motivazione necessarie per modificare quelli legati soprattutto allo stile di vita”. L’app, disponibile sia per Apple che per Android, funziona in modo semplice e intuitivo: registra le abitudini dell’utente e monitorizza eventuali cambiamenti nelle abitudini e nello stato di salute nell’arco di dodici mesi. Non solo, ma insegna a riconoscere tempestivamente i sintomi dell’ictus che non devono essere sottovalutati quando si manifestano nelle persone che vivono accanto a noi: riconoscere i sintomi sospetti e chiamare il 118 in maniera appropriata senza perdere tempo puo’ salvare la vita di un padre o una madre.
Nella cura dell’ictus il tempo e’ cervello, agire rapidamente puo’ fare la differenza fra l’invalidita’ o il recupero della salute. L’ictus e’ causato da una squadra di complici, che noi dobbiamo conoscere e neutralizzare uno per uno, perchee’ si potenziano a vicenda per tendere la trappola di un evento cardio o cerebrovascolare. Fanno parte di questa squadra molti complici in qualche modo eliminabili o neutralizzabili, complici che ben conosciamo: fumo, alimentazione sbilanciata per quantita’ o qualita’, pigrizia, stress, diabete, pressione alta, livelli di colesterolo elevati per lungo tempo nel sangue e abuso di droghe.
L’app fornisce i consigli “salvavita”: e’ sufficiente cliccare sulle informazioni relative a ciascun fattore di rischio incluse nell’applicazione. La versione “Pro” dell’app contiene inoltre una serie di video nei quali esperti internazionali forniscono spiegazioni sui sintomi, sui fattori di rischio e sui provvedimenti necessari per evitare l’ictus cerebrale. Sono informazioni che ognuno d noi dovrebbe possedere, a usare in caso di bisogno, perche’ sapere “che fare in caso di..” puo’ cambiare la vita di molte persone intorno a noi. L’applicazione e’ stata sviluppata dal Prof. Valery Feigin dell’Universita’ di Auckland, in Nuova Zelanda, in collaborazione con Aut Enterprises e l’Associazione per l’Educazione allo Stroke della Nuova Zelanda; e’ patrocinata da: Wfn – Word Federation of Neurology, Iane – International Association of Neurology and Epidemiology, da European Stroke Organization (Eso): e’ stata tradotta nelle principali lingue in tutto il mondo. La versione italiana e’ stata curata e finanziata interamente da Alt, come spiega la dottoressa Paola Santalucia, neurologa, cardiologa e vice-presidente Alt: “I dati raccolti attraverso la app permetteranno a chi la utilizzera’, previo consenso, di partecipare a una ricerca mondiale che coinvolge 160 Paesi, finalizzata a comprendere sempre piu’ a fondo i fattori di rischio capaci di determinare un ictus o un infarto. Il progetto aiutera’ ricercatori e clinici a tracciare in modo molto accurato strategie di prevenzione e cura basandosi sull’esame di un grande numero di profili di rischio individuali, che, considerati nel loro insieme, avranno una ricaduta fondamentale sulla salute cardio e cerebrovascolare di tutti in Italia e nel mondo”.
(Red/ Dire)